Grazie a un imprenditore del settore del gaming (un 40enne di Galatina residente a Trepuzzi) e un tecnico informatico (37enne residente a San Donaci) il clan della Sacra Corona unita gestiva scommesse clandestine online. Utilizzando agenzie del Brindisino e del Leccese, per convogliare le scommesse su piattaforme estere.
Ci sono anche loro tra i 25 indagati (su un totale di 24 nell’inchiesta denominata “Fuori Gioco”) nei confronti dei quali la guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip del tribunale di Lecce, Angelo Zizzari.
Secondo gli inquirenti l’imprenditore e il tecnico informatico, pur non facendovi parte, avrebbero consentito al clan di gestire il sistema delle scommesse informatiche. Questa almeno l’accusa mossa ai due, ai quali viene contestato il concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso.
Accuse che potranno contestare formalmente nell’interrogatorio di garanzia, fissato per lunedì mattina. Secondo la guardia di finanza e la Dda di Lecce, che hanno svolto una lunga indagine basata anche sulle intercettazioni nei confronti di alcuni degli indagati, il clan stava puntando con decisione a fare soldi nel settore delle scommesse illegali. Scommesse nelle quali, di sicuro, era appunto il clan a vincere.