La Puglia affronta uno dei periodi di siccità più gravi degli ultimi anni, con un impatto devastante su diverse colture agricole. La mancanza di precipitazioni invernali, insieme a un’estate precoce, ha compromesso significativamente il settore cerealicolo. Il grano duro, in particolare, ha visto una riduzione del raccolto stimata al 50% rispetto alle medie degli anni precedenti, un allarme lanciato dalla CIA Agricoltori Italiani di Puglia.
Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale della CIA, evidenzia come l’inverno arido abbia impedito lo sviluppo uniforme delle coltivazioni, aggravando i costi già elevati di semi e concimi. Le colture leguminose e foraggere, attualmente nella fase di piena fioritura, sono altresì a rischio. Queste ultime potrebbero subire ulteriori danni da eventi climatici estremi come bombe d’acqua o grandine, che potrebbero disturbare l’assorbimento equilibrato delle acque nel terreno.
La questione irrigua è centrale nella crisi: l’antiquato sistema irriguo della regione, insieme alla dipendenza da altre regioni per le risorse idriche, pone gravi sfide. Nonostante i progressi recenti, come evidenziato dall’impegno dell’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, c’è una necessità urgente di interventi strutturali per affrontare il rischio di desertificazione. La Puglia necessita di un piano pluriennale per il potenziamento delle infrastrutture idriche, inclusi il riuso delle acque reflue e l’adozione di tecnologie per la dissalazione.
Gli agricoltori pugliesi si trovano in una lotta costante contro il tempo e la natura, cercando soluzioni per una gestione sostenibile dell’acqua e per salvaguardare le proprie colture. L’attuale crisi sottolinea l’importanza di una pianificazione a lungo termine e di una collaborazione regionale per prevenire futuri scenari di emergenza.
