L’indagine giudiziaria che ha interessato il noto bar-pizzeria “Approdo di Enea”, situato nell’incantevole insenatura di Porto Badisco a Otranto, ha finalmente raggiunto il suo epilogo. Restano sotto accusa cinque persone, tutte coinvolte nella gestione e realizzazione di opere edilizie non autorizzate in un’area protetta per il suo valore paesaggistico e idrogeologico.
L’accusa, formulata dalla sostituta procuratrice Patrizia Ciccarese, è quella di aver realizzato un complesso di pagode e parcheggi senza le necessarie autorizzazioni edilizie e paesaggistiche. Nonostante vari procedimenti giudiziari abbiano già stabilito l’illegalità delle costruzioni e degli atti autorizzativi del Comune di Otranto, una sentenza di confisca fu annullata dalla Corte di Cassazione a causa della prescrizione.
Nel marzo 2023, la struttura subì un sequestro, ma fu dissequestrata in meno di un mese su decisione del tribunale del Riesame. Durante questo periodo, gli avvocati della difesa, Luigi Corvaglia, Alberto Corvaglia e Giuseppe Gennaccari, hanno dimostrato che erano stati rimossi gli elementi edilizi meno facilmente amovibili, alleggerendo così le violazioni imputate.
Ora che le indagini sono concluse, gli indagati dispongono di venti giorni per presentare documentazione e chiedere eventuali interrogatori, tentando di chiarire la loro posizione davanti alla giustizia.