La procura di Lecce ha avviato un’indagine sulla tragica morte di un giovane ventiduenne, avvenuta nella notte del 14 giugno, sospettando un possibile caso di istigazione al suicidio. Il ragazzo, residente in un comune salentino, si è tolto la vita a mesi di distanza dall’avvio di un’inchiesta su di lui per stalking ai danni di un sedicenne.

Il fascicolo, attualmente aperto a carico di ignoti, cerca di far luce su ciò che potrebbe aver spinto il giovane a compiere l’estremo gesto. Il prossimo 4 luglio, la PM Maria Grazia Anastasia incaricherà l’ingegnere Antonio Caforio di esaminare le chat, i messaggi e le telefonate che il ragazzo ha avuto nei giorni precedenti al suicidio. La famiglia del defunto, rappresentata dall’avvocato Roberto Rella, sarà affiancata nelle operazioni peritali dall’ingegnera Luigina Quarta.

Secondo i familiari, il ragazzo non riuscì a sopportare il peso della vergogna derivante dall’indagine per stalking. Anche subito dopo il ritrovamento del corpo, la madre ha espresso chiaramente il suo dolore: “Federico non c’è più, non ha retto, non ce l’ha fatta”. Federico, descritto come un giovane brillante, impegnato in politica e portiere in una squadra di prima categoria, era molto conosciuto e amato in paese. Numerosi messaggi di cordoglio sono stati condivisi sui social dai suoi amici, ricordandolo con affetto.

L’indagine su Federico era iniziata alla fine del 2023, quando i genitori del sedicenne avevano formalizzato una denuncia per stalking.

Ora, gli investigatori sono determinati a chiarire le circostanze che hanno portato alla sua morte, cercando di comprendere se vi siano state pressioni o fattori esterni che hanno contribuito al suo suicidio. Le operazioni di analisi delle comunicazioni potrebbero rivelare elementi chiave per risolvere questo doloroso caso.