Il 10 luglio 2021, una gita al mare si è trasformata in tragedia per Pia Patruno, e Francesco Marino, entrambi deceduti per annegamento vicino al Resort Baia dei Turchi a Otranto. Nonostante la Procura di Lecce avesse inizialmente proposto l’archiviazione del caso, attribuendo l’accaduto a una combinazione di mare agitato e insufficiente abilità natatoria delle vittime, i familiari hanno respinto questa conclusione, spingendo per ulteriori indagini.
La tragica fatalità è stata messa in discussione dai parenti delle vittime, che, sostenuti dal loro avvocato, hanno ottenuto dal Tribunale di Lecce l’ordine di eseguire nuove verifiche. Queste indagini includeranno la raccolta di testimonianze aggiuntive e un esame dettagliato delle condizioni di sicurezza e sorveglianza sulla spiaggia quel giorno.
Elementi cruciali come la posizione del bagnino al momento dell’incidente e la disponibilità di equipaggiamenti di salvataggio. La Capitaneria di Porto ha già rilevato che la postazione di salvataggio si trovava a circa 200 metri dal punto dove i corpi sono stati ritrovati, un dettaglio che solleva interrogativi sulla visibilità e l’efficacia delle misure di sicurezza adottate dal resort.
La zona di Otranto, nota per le sue forti correnti, pone questioni importanti riguardo la gestione della sicurezza dei bagnanti, specialmente per chi non è abile a nuotare o non è locale. Secondo le dichiarazioni di alcuni amici presenti quel giorno, nonostante l’esistenza di una torretta di salvataggio vicino al punto di ingresso in acqua delle vittime, nessun bagnino era visibile al momento del tragico evento.
La famiglia, con il sostegno del loro avvocato, punta a dimostrare che le condizioni del mare, unitamente alla mancanza di adeguata sorveglianza, hanno giocato un ruolo determinante negli eventi che hanno portato alla perdita di Pia e Francesco.
