A poco più di un anno dalle prime fasi progettuali e autorizzative, il sistema anti pesca a strascico di Torre Guaceto è entrato in funzione, segnando un passo importante nella tutela degli ecosistemi marini. Questo progetto, voluto fortemente dal Consorzio di Gestione della riserva e sostenuto dalla Blue Marine Foundation, mira a contrastare una delle pratiche di pesca più dannose per l’ambiente: la pesca a strascico.
Il sistema è costituito da impianti in cemento brevettato che, essendo eco-compatibili, non rilasciano sostanze nocive in mare. Sono dotati di grandi ganci progettati per lacerare le reti dei pescatori di frodo, impedendo così che queste tecniche distruttive impattino l’habitat naturale e la fauna marina.
La pesca a strascico è notoriamente riconosciuta per il suo alto impatto ambientale, “ara” i fondali e cattura indiscriminatamente, danneggiando ecosistemi delicati come il coralligeno e il posidonieto, essenziali per la biodiversità dell’area. Questi habitat ospitano specie con crescita lenta e alta vulnerabilità, rendendole particolarmente suscettibili alle pratiche aggressive di pesca.
“Grazie al supporto fondamentale della Blue Marine Foundation, abbiamo raggiunto questo traguardo significativo”, ha commentato il presidente del Consorzio, Rocky Malatesta. La distruzione delle attrezzature illegali ha già mostrato effetti positivi, con una notevole riduzione delle attività di pesca illegale nelle zone protette.
Giulia Bernardi, responsabile per l’Italia della Blue Marine Foundation, ha sottolineato l’importanza della collaborazione continua: “La nostra missione è rafforzare le azioni di conservazione nelle Aree Marine Protette, promuovendo la salute degli ecosistemi marini”.
La realizzazione di questo sistema a Torre Guaceto rappresenta un esempio virtuoso di come l’azione congiunta di enti pubblici e fondazioni private possa fare la differenza nella conservazione ambientale marina.