A Lecce si intensifica il dibattito sulla sicurezza urbana con il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) che si oppone fermamente alla proposta di impiegare militari per presidiare il territorio. Il sindacato sostiene che la situazione attuale non permette una tale decisione e rileva un insostenibile carico di lavoro sugli organici già esistenti, affermando che tali forze sono “già gravate da una moltitudine di servizi”.
Il SAP, in una nota, ha espresso la sua contrarietà alla chiusura di presidi fondamentali come il Reparto Prevenzione Crimine di Lecce, enfatizzando il ruolo cruciale che questi giocano nel controllo capillare del territorio, svolto “da sempre con dedizione ed efficacia”. La possibile chiusura di tali presidi rappresenterebbe, secondo il sindacato, “una perdita incolmabile”.
La situazione è aggravata dalla riduzione degli organici in diverse unità, dalla scomparsa del “poliziotto di quartiere” alla scarsa frequenza delle pattuglie motovolanti. Inoltre, l’alta frequenza di pensionamenti e la mancanza di nuovi inserimenti di personale hanno ulteriormente indebolito la forza lavoro.
Il segretario generale nazionale di Pianeta Sindacale Carabinieri, Vincenzo Romeo, sottolinea anch’egli la gravità della carenza organica, con oltre 15mila carabinieri in meno e ulteriori riduzioni previste a causa dei pensionamenti. Romeo afferma che “il carico di lavoro che oggi devono affrontare i carabinieri e con loro tutte le forze di polizia è insostenibile”, aggiungendo che l’esercito, data la situazione internazionale, non può assumere compiti non propri, come il controllo del territorio urbano.
Romeo chiama a decisioni audaci per affrontare il problema della sicurezza, come l‘aumento delle assunzioni ordinarie, il ripristino dei carabinieri ausiliari e l’attribuzione di incentivi per chi rimane in servizio in incarichi d’ufficio, liberando risorse per il controllo del territorio e garantendo così la sicurezza dei cittadini.