Va alla provincia di Lecce il record dei nuovi occupati dopo il Covid. In base all’elaborazione effettuata dalla Cgia di Mestre, a front dei 221.200 occupati ufficiali del 2019 nell’ultimo anno se ne contano 257.700. Un incremento di 36.500 posti di lavoro che segna un +16.5%, la percentuale più alta registrata tra le province italiane. Con la media nazionale che è appena al +2%.
Il risultato di Lecce spinge la Puglia, che è la regione con il maggiore incremento percentuale (+6,3%): si è passati dal milione 216mila occupati del 2019 al quasi milione e 300mila occupati di fine 2023, con 77mila posti di lavoro in più, 26mila dei quali nell’ultimo anno.
In tutta Italia dal 2019 al 2023 si registrano 471mila occupati in più. Nel 2023 la platea degli occupati in Italia ha toccato i 23,6 milioni di unità. Dei nuovi posti di lavoro rispetto al periodo pre-Covid, 213mila hanno interessato il Mezzogiorno, che ha registrato l’incremento percentuale più elevato del Paese (+3,5%).
Le previsioni della Cgia di Mestre, inoltre, dicono che lo stock complessivo degli occupati è destinato a crescere ulteriormente, sfiorando i 24 milioni di addetti entro il 2025.
Sempre nel 2023 è stata raggiunta una incidenza dell’84% di coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato (15,57 milioni su 18,54 milioni) sul totale dei lavoratori dipendenti. Se si confronta il numero di lavoratori dipendenti del 2023 con il posto fisso sempre con lo stesso dato del periodo pre-pandemico, l’aumento è stato di 742 mila unità (+5%).
Si richiede soprattutto personale altamente specializzato/qualificato: è aumentato nell’ultimo anno del 5,8% (+464 mila unità), pari al 96,5% dei nuovi posti di lavoro creati nel 2023. Rispetto al 2019 la variazione rimane positiva (+2,3%), ma più contenuta rispetto all’anno precedente (+192 mila) con una incidenza del 40,7% sui nuovi posti di lavoro creati in questo ultimo quadriennio.