La tragica morte di Aneta Danelczyk, avvenuta a Taurisano il 16 marzo, ha sollevato importanti questioni giuridiche e psichiatriche riguardo la capacità mentale di Albano Galati, l’uomo accusato dell’omicidio della moglie. Una recente consulenza psichiatrica mette in dubbio la sua capacità di intendere e di volere al momento del delitto, sottolineando un possibile stato dissociativo.
Il dramma si è consumato in un contesto di estrema violenza: Aneta Danelczyk è stata uccisa con oltre venti coltellate durante un acceso litigio. Il marito, Albano Galati, 56 anni, è attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo le indagini preliminari, al momento del delitto, Galati potrebbe essere stato sotto l’influenza di psicofarmaci, come indicato dal ritrovamento di un porta pillole.
La consulenza di parte, redatta dallo psichiatra Elio Serra, evidenzia che Galati soffrirebbe di amnesie riguardanti il giorno del delitto e persino un tentativo di suicidio in carcere. Questi elementi sono interpretati come segnali di un possibile stato dissociativo, che ora dovrà essere esaminato dettagliatamente durante un incidente probatorio da un team di esperti.
Il caso è aggravato da precedenti segnalazioni di minacce di morte alla vittima, rivelate da amici e supportate da messaggi e telefonate. Questi dettagli potrebbero introdurre l’aggravante della premeditazione, complicando ulteriormente la difesa di Galati.
La giudice per le indagini preliminari, Giulia Proto, è incaricata di decidere se procedere con l’incidente probatorio, un passaggio cruciale per stabilire la piena capacità mentale di Galati al momento dell’omicidio. Intanto, la vicenda continua a riscuotere grande attenzione, con le famiglie delle vittime assistite da legali come Francesca Conte, in attesa di giustizia.
Doppio Delitto a Taurisano: Silenzio e Amnesie nel caso Galati
Tentato suicidio in carcere: Albano Galati, detenuto per omicidio, salvato in extremis
Telefonate e messaggi al centro dell’indagine sull’omicidio di Aneta Danelczyk